Citomegalovirus in Gravidanza: Scopri Come Evitarlo, Come Riconoscerlo e Curarlo

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Citomegalovirus Sintomi

Per comprendere la portata dei rischi che il neonato corre, se la madre viene colpita dal citomegalovirus in gravidanza, è necessario chiarire una serie di aspetti riguardanti la malattia.

Il citomegalovirus è un virus che colpisce più della metà della popolazione. Spesso nemmeno ci si accorge di avere il cmv, in quanto si presenta in forma asintomatica, e non implica nessuna conseguenza di rilievo per la salute.

Purtroppo non è così in gravidanza. Il citomegalovirus contratto dalla donna gravida (specie nel primo trimestre di gravidanza) può essere molto pericoloso per il feto.

Ecco perchè è importante conoscere la malattia, quali possono essere i sintomi, le modalità di prevenzione e diagnosi, i rischi in gravidanza per il bambino, le terapie per il neonato.

Potrete raccogliere tutte queste informazioni con la lettura del nostro articolo. Per renderlo più chiaro lo abbiamo strutturato sotto forma di domande e risposte.

Non ci resta che iniziare.

Che cos’è il citomegalovirus?

Spesso sentiamo strani nomi o sigle, cmv o citomegalovirus e non sempre abbiamo le idee chiare.

I due termini sono sinonimi e indicano un microrganismo della famiglia degli herpes responsabile di una forma di mononucleosi infettiva.

Le herpes esistenti sono molte, alcune sono malattie sessualmente trasmissibili, altre sono herpes labiali. Il cmv è un tipo di herpes che spesso si contrae senza nemmeno accorgersene, presentando sintomi molto simili a quelli di una banale influenza.

L’infezione da cytomegalovirus può essere di due tipi:

  • Primaria: che si sviluppa al primo contatto con il virus (particolamente pericolosa in gravidanza).
  • Ricorrente: che si può verificare tra persone già infettate per la riattivazione dello stesso virus, rimasto nell’organismo, o per la reinfezione con cmv modificati (quindi leggermenti differenti dal primo).

Una volta che si è avuta la malattia si diventa immuni, ma il virus resta dormiente nell’organismo, e si può riattivare dando origine al citomegalovirus ricorrente.

Il virus presenta dei rischi:

  • Se la persona colpita ha gravi problemi al sistema immunitario (è il caso dei malati di HIV), potendo comportare gravi complicanze come la polmonite.
  • Se viene contratto in gravidanza può nuocere gravemente alla salute del bambino, portando malformazioni e patologie, in casi rari anche alla morte.

Che probabilità ci sono che la mamma trasmetta il virus al bambino in gravidanza?

Il virus è uno dei più comuni. Per comprendere la sua portata basta sapere che più della metà della popolazione di età superiore ai 40 anni ha contratto il cmv. La malattia è più diffusa nei paesi in via di sviluppo e nelle aree in cui le condizioni igienico sanitarie sono degradate.

Il Cmv è purtroppo, anche il più frequentemente trasmesso dalle donne in gravidanza al neonato.

Il 50% delle donne in gravidanza ha avuto il virus prima di rimanere incinta. Il rischio di trasmettere il cmv al neonato, nei casi di infezioni ricorrenti è veramente bassissimo (si stima l’1%). Di questo un per cento solo una piccola parte (tra l’1 e il 10%) ha sintomi alla nascita. Un’altra parte (10-15%)  non ha sintomi alla nascita ma è a rischio nei mesi o anni successivi, potendo essere colpito da disturbi dell’apprendimento o problemi all’udito.

Se avete contratto il citomegalovirus almeno sei mesi prima di restare incinte, i rischi per il feto sono molto limitati.

Più complesso e delicato è discorso per il caso di infezione primaria contratta nel corso della gravidanza. Si stima che tra l’1 e il 4% delle donne venga infettata in gravidanza.

Dal 30 al 50% dei casi in cui le donne contraggono il virus in gravidanza, questo passa al bambino.

Quali sono i rischi per il bambino che viene contagiato nel grembo materno?

Secondo l’American Academy of Pediatrics circa l’1% dei bambini a contatto con il virus nel grembo materno, nasce con una forma di cmv che viene definita congenita.

Nel 90% dei casi questi bambini con citomegalovirus congenito non ha sintomi. La maggioranza di essi non ha nessun problema nel corso della vita. In taluni casi (5-15%) le infezioni asintomatiche alla nascita possono dare origine a patologie successivamente, la più comune è la perdita dell’udito.

Il restante 10% di bambini con cmv congenito, presenta gravi problemi alla nascita come:

  • Rallentamento della crescita
  • Anomalie del sistema nervoso centrale
  • Testa piccola (microcefalia)
  • Ittero
  • Ingrossamento di fegato e milza
  • Eruzione cutanea causata da sanguinamento sotto pelle
  • Crisi epilettiche

Purtroppo alcuni neonati nati con gravi malformazioni muore. Il 90% di coloro che riescono a sopravvivere, presenta gravi conseguenze a lungo termine (es. perdita dell’udito, problemi alla vista, ritardo mentale).

Come si trasmette il virus?

La trasmissione è semplicissima. Basta il contatto con fluidi corporei della persona infetta quali:

  • Urina
  • Feci
  • Saliva
  • Muco
  • Lacrime
  • Sperma
  • Secrezioni vaginali
  • Placenta
  • Latte materno

Il contagio da citomegalovirus non è associato al cibo, bevande o agli animali.

Basta un bacio, o condividere le stesse posate o lo stesso bicchiere per esserne contagiati.

Come tutte le malattie infettive è facilmente trasmissibile tra i bambini che sono a stretto contatto tra di loro e frequentano luoghi ad alta densità come le scuole. Circa il 70% di bambini dagli 1 ai 3 anni che frequentano luoghi come gli asili nido, può contrarre il cmv.

In generale gli adulti, (in particolare le donne in attesa) entrano in contatto con il virus grazie ai bambini. Sia nel caso si tratti di figli che lo portano a casa dopo essere stati a contatto con altri bambini malati. Sia nel caso in cui si svolgono lavori che implicano uno stretto contatto con i più piccoli (es. educatrici, maestre, personale medico e sanitario).

Anche i rapporti sessuali non protetti con un partner infetto, costituiscono frequente veicolo di trasmissione del citomegalovirus.

Come si trasmette il cmv dalla mamma al bambino?

Nel caso specifico della gravidanza, il virus può essere trasmesso:

  • Durante la gravidanza: attraverso la placenta
  • Al momento del parto: a seguito del contatto del neonato con il sangue e le secrezioni vaginali della madre
  • Dopo il parto: con l’allattamento

Nella maggior parte dei casi in cui i bambini che vengono infettati durante il parto, o con l’allattamento, non si hanno problemi di salute, molti non hanno nessun sintomo. Infatti gli studi rilevano che sono superiori i benefici dell’allattamento rispetto ai rischi di trasmettere il virus al neonato.

Quali sono i sintomi del citomegalovirus?

E’ molto difficile capire se si ha il citomegalovirus. Sintomi e segnali spesso sono assenti o possono sembrare una banale influenza.

I sintomi se presenti solitamente sono:

  • Febbre alta
  • Brividi
  • Stanchezza
  • Indolenzimento
  • Dolori muscolari
  • Inapettenza
  • Ingrossamento dei linfonodi
  • Raramente macchie rosa su tutto il corpo

Se siete in gravidanza non sottovalutate nessun piccolissimo segnale e parlatene subito con il vostro medico per capire quale strada seguire.

Come viene diagnosticato il citomegalovirus?

Il citomegalovirus viene diagnosticato con l’esame del sangue. E’ possibile rilevare il virus anche attraverso le urine, tamponi faringei o campioni di tessuto.

Per le donne in gravidanza, grazie al rilevamento nel sangue degli anticorpi igm e igg è possibile sapere se si è in presenza di un’infezione primaria o riccorrente.

Igm e igg indicano due classi di anticorpi che si individuano nell’organismo dopo l’aggressione di un agente nocivo.

Il caso di cmv igm positivo si riscontra nel primo periodo successivo al contagio e quindi indica che l’infezione è in atto.

Mentre nel caso di citomegalovirus igg positivo l’organismo è venuto a contatto in passato con la malattia.

Quando è necessario prescrivere la ricerca degli anticorpi del citomegalovirus in gravidanza?

Solitamente il ginecolgoco prescrive questi esami del sangue quando a seguito di un controllo ecografico si rilevano segnali che fanno sorgere il dubbio di aver contratto l’infezione (per es. la crescita risulta molto rallentata rispetto ai percentili).

Alcuni ginecologi prescrivono il controllo degli anticorpi del citomegalovirus periodicamente nel corso dei nove mesi, quando non si è mai entrate in contatto con il virus prima della gravidanza e l’eventuale trasmissione al neonato può essere molto rischiosa.

Se pensate di avere il citomegalovirus, o di essere state esposte al virus (per es. avete un altro bambino malato, insegnate all’asilo, lavorate in ospeale etc.) segnalatelo subito al vostro medico così da potervi sottoporre subito ai necessari controlli.

In molte regioni di’Italia questo controllo è previsto mensilmente assieme a quello della toxoplasmosi dall’agenda di gravidanza.

Cosa fare se siete state infettate dal cmv in gravidanza?

Se le analisi dovessero riscontrare questo risultato, è necessario sottoporsi ad ulteriori controlli.

Solo con l’amniocentesi è possibile sapere con certezza se il feto ha il citomegalovirus, ma non si possono conoscere le conseguenze della malattia.

I sintomi che possono essere indice di infezione del feto sono:

  • Bassi livelli di liquido amniotico
  • Ritardo della crescita del feto
  • Tessuti dilatati del cervello

Un’ecografia più approfondita può essere d’aiuto per rilevare le anomalie causate dal cvm al feto o alla placenta.

Alla nascita il test sul neonato avviene analizzando un campione di saliva, urina o sangue.

Come si cura il citomegalovirus nel neonato infettato dalla madre?

A questo punto, chiarito come si presenta il virus e quali gravi rischi si corrono in gravidanza, non ci resta che indicare le possibili soluzioni.

Purtroppo non esiste una terapia specifica in gravidanza o dopo il parto per curare sintomi e patologie del cmv che colpisce il bambino.

Prima di qualsiasi scelta ricordate che voi avete il pieno diritto di essere informate su tutti i rischi e su tutte le possibilità a vostra disposizione. Quindi non abbiate paura di porre tutte le domande che reputate opportune al vostro medico per decidere consapevolmente quale possa essere la migliore cura del citomegalovirus.

Segnaliamo a tal proposito che ci sono diversi studi medici che testimoniano l’efficacia di una terapia che di fatto è considerata ancora sperimentale. Si tratta della somministrazione alla donna in gravidanza di immunoglobuline specifiche. La terapia bloccherebbe la trasmissione dell’infezione al feto, o nel caso di feto già infetto ne limiterebbe i danni.

I tradizionali farmaci antivirali possono funzionare per curare alcuni aspetti del citomegalovirus congenito nei neonati. Possono aiutare nella prevenzione di problemi al cervello o all’udito. Ricordiamo che purtroppo non è facile tenere sotto controllo la situazione, perchè i sintomi possono presentarsi anche dopo diverso tempo (anche anni) dalla nascita.

A tutt’oggi non esiste ancora un vaccino per il citomegalovirus. Attualmente la comunità scientifica è a lavoro.

Come prevenire il citomegalovirus?

Viste le gravi conseguenze che il citomegalovirus può avere sul neonato quando la madre lo contrae in gravidanza, e che le cure al momento sono molto limitate, diventa fondamentale la prevenzione.

Non è facile prevenire una malattia che viaggia attraverso qualsiasi fluido corporeo e che spesso è asintomatica. Ma qualcosa si può fare.

Uno scrupoloso rispetto delle regole d’igiene personale può essere di grande aiuto nel tenere lontana la malattia. Gli accorgimenti (che trovate di seguito) sono particolamente utili per tutte le categorie a rischio. Ovvero sia le donne in gravidanza che le persone con problemi al sistema immunitario.

  • Lavare spesso e accuratamente le mani preferibilmente con acqua e sapone, specie se si è a contatto con la saliva e i pannolini dei neonati.
  • Non baciare i bambini di età inferiore ai sei anni sulla bocca o sulla guancia (limitarsi alla fronte).
  • Non condividere posate, bicchieri e piatti con nessuno specie con bambini piccoli.
  • Se svolgete attività del tipo educatrici o maestre d’asilo e siete in gravidanza bisogna innalzare il livello di profilassi (per es. cambiare il pannolino con guanti in lattice da togliere accuratamente).
  • Evitare il sesso orale, meglio usare il preservativo durante rapporti sessuali

Tutte queste informazioni non vogliono essere fonte di inutili ansie e stress. L’attesa resta uno dei momenti più emozionanti e significativi nella vita di una donna.

Ciò non toglie che è giusto essere informate sui rischi che si corrono in gravidanza a causa del citomegalovirus. Cure e terapie del neonato che viene infettato dalla madre sono al momento ancora in fase di ricerca. Perciò è fondamentale seguire una rigida profilassi di prevenzione e non sottovalutare nessun campanello d’allarme, che va segnalato al medico il quale vi deve sottoporre a tutti gli esami gravidanza necessari.

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