Guida Completa alla Fecondazione Assistita: Metodi, Costi, Rischi e Probabilità

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Diventare madre è una delle gioie più grandi, lo si può comprendere non solo da quelle donne che hanno concepito e stanno aspettando con ansia la nascita del proprio bambino, ma anche da chi magari cerca con determinazione una gravidanza che, in modo naturale, non s’instaura.

Stiamo parlando di quelle donne che dopo ripetuti tentativi di arrivare ad un concepimento naturale, decidono alla fine di sottoporsi alla fecondazione assistita, allo scopo di coronare il proprio sogno di diventare madri.

Si tratta di una scelta che nessuna coppia prende mai a cuor leggero, non solo perché la procreazione medicalmente assistita va a toccare questioni molto delicate quali, ad esempio, se sia giusto o meno ricorrere all’utilizzo di tecniche artificiali per favorire la fecondazione, ma anche perché il corpo della donna viene sottoposto a terapie ormonali preventive che sono spesso causa di disagio sia fisico che emotivo.

L’incapacità di diventare madri in modo naturale rende inoltre le donne molto più fragili e sensibile, tanto da causare spesso depressione, frustrazione e senso di inadeguatezza: è dunque molto importante in questo caso il supporto del compagno, e in generale quello di tutta la famiglia.

Prima di parlare delle varie tecniche di inseminazione artificiale attualmente ammesse nel nostro paese, rispondiamo ad una domanda cruciale, vale a dire cosa sia, di fatto, la fecondazione assistita.

In via generale, possiamo dire che con questo termine si fa riferimento ad un insieme di tecniche mediche che consentono ad una coppia di ottenere il concepimento di un figlio indipendentemente dalla loro unione sessuale.

In altre parole, si tratta di fecondazione artificiale quando il gamete maschile o spermatozoo è messo in condizione di incontrarsi col gamete femminile o cellula uovo ricorrendo all’intervento del medico: questo può avvenire sia dentro l’utero, dunque si parlerà semplicemente di inseminazione assistita, che fuori, tramite l’uso di una provetta, per cui si parlerà di fecondazione in vitro.

In questo secondo caso, la tecnica prevede che cellula uovo inseminata sia di nuovo impiantata nel corpo della futura madre una volta che lo spermatozoo avrà attecchito.

Ovviamente, la scelta fra quale delle due tecniche utilizzare (fecondazione in vivo o inseminazione in vitro) dipende non solo dalle condizioni fisiche della madre ma anche dalle idee e convinzioni di entrambi i genitori.

In entrambi i casi è bene sapere che non esiste la certezza matematica che la gravidanza sarà portata a termine con successo.

Ma scendiamo nel dettaglio e vediamo assieme come funziona la Fecondazione Assistita in Italia, quali sono le tecniche e molto altro.

Fecondazione assistita in Italia: cosa dice la legge

La normativa principale che regola l’uso della fecondazione artificiale in Italia è la Legge 40/2004, in cui si sancisce di fatto il diritto di una donna o di un uomo “sterili” di poter ricorrete all’inseminazione assistita per superare il fatto di non poter concepire un bambino naturalmente a causa della propria infertilità.

Questa legge ha stabilito limiti molto ferrei per quello che concerne il ricorso alle tecniche di procreazione artificiale, vietando espressamente che possano essere utilizzate allo scopo di alterare o modificare il patrimonio genetico dell’embrione o del gamete.

Dal 2014 anche in Italia è possibile fare la fecondazione eterologa, vietata invece dalla Legge 40 del 2004, ossia utilizzando gameti non appartenenti alla coppia ma provenienti da donatori esterni.

Dato che però ogni regione è chiamata a darsi un ordinamento suo proprio in materia, il risultato è che nella maggior parte dei casi il ricorso a queste tecniche viene escluso dal computo delle terapie mutuabili e dunque le coppie che desiderano accedervi sono costrette a sostenere di tasca propria le spese, di solito non inferiori ai 5 mila euro. Questo è, fra l’altro, uno dei motivi per cui molte coppie continuano a rivolgersi a centri di fecondazione assistita al di fuori del nostro paese.

Allo stato attuale, per le coppie che sono nella condizione e vogliono effettuare la fecondazione assistita in Italia, c’è un ampia possibilità di scelta dato che sono circa 370 le strutture sia pubbliche che private in cui la si pratica.

In tutti i casi è bene sapere che, in ottemperanza alla legge,  vengono accettate solo le richieste inoltrate da coppie eterossessuali, sposate o almeno conviventi, con il limite ulteriore di 43 anni di età per la donna.

Fecondazione assistita: come avviene realmente

Prima di affrontare un percorso del genere è bene avere le idee chiare su come avviene e in cosa consiste realmente: il vostro ginecologo o il medico del centro di inseminazione artificiale cui vi siete rivolte sono in questo caso le persone che maggiormente potranno soddisfare tutti i vostri quesiti.

Nei paragrafi che seguono cercheremo però di rispondere ad alcuni dei quesiti di ordine pratico che maggiormente possono interessare una futura mamma o un futuro papà intenzionati a ricorrere alla fecondazione artificiale per poter concepire il loro bambino.

Una delle domande più ricorrenti, riguarda quasi certamente la pericolosità per la salute della madre e del bambino nel ricorrere a queste tecniche.

La fecondazione assistita è rischiosa per la salute della donna o del feto?

Rispetto al passato oggi abbiamo molti più dati di tipo scientifico che attestano l’assoluta sicurezza di questo tipo di interventi sia per la madre che per il bambino.

Le statistiche riportano ad esempio che non c’è nessuna correlazione fra il ricorso a tecniche di procreazione assistita e la possibilità per la mamma di ammalarsi di tumore in futuro. Allo stesso modo, non c’è alcun legame dimostrabile fra inseminazione artificiale e malformazioni fetali, come invece era stato paventato in passato.

Di fatto, una delle possibili conseguenze delle fecondazione artificiale, in particolare quella in vitro, è l’aumentata incidenza di andare incontro a parti gemellari, nella misura di 1 parto su 100 se la fecondazione avviene in vivo e di 1 su 5 se avviene invece esternamente al corpo della donna.

La necessità infine di somministrare ormoni aggiuntivi (di solito Clomifene e Gonatropine) alla futura madre per aumentare il numero degli ovociti può esporre la donna ad incremento del peso corporeo, ritenzione idrica e sbalzi di umore.

In taluni casi si possono anche avvertire dolore pelvico, mal di testa e stati d’ansia o depressione, molto più raramente vomito e nausea, formazione di cisti ovariche e accumulo di liquidi nell’addome.

Quali sono i fattori che influiscono maggiormente sul successo delle tecniche di inseminazione artificiale?

Come vi dirà certamente il vostro medico, non si può avere la certezza assoluta che con la procreazione medica assistita di giunga al concepimento e alla nascita di un bambino, tuttavia, se effettuata in modo scrupoloso e corretto, le probabilità che questo avvenga sono davvero molto elevate.

Uno dei fattori che maggiormente incide sul successo delle tecniche di inseminazione artificiale è rappresentato però dall’età dei genitori e, in particolare della madre: una donna con meno di 34 anni ha circa il 50% in più di probabilità di concepire un figlio con la fecondazione in vitro rispetto ad una che ha giù superato questa soglia. Per gli uomini invece la soglia è di 40 anni.

In generale, quando possibile, la fecondazione all’interno del corpo della donna da un 20/ 25% in più di possibilità di realizzare il proprio obiettivo.

Uno dei motivi che ostacola maggiormente la procreazione è l’impossibilità di trasferire l’embrione nell’utero quando l’inseminazione è avvenuta in provetta.

Secondo alcuni dati, il successo dell’inseminazione aumenta quando si ricorre a tecniche più sofisticate come la Fivet o l’Icsi, con una percentuale di 4/5 punti maggiore a favore della prima.

Altro fattore che può infine compromettere il buon esito dell’impianto è la presenza di patologie a carico delle tube, dell’endometrio e dell’utero, oltre che problemi ormonali e legati al funzionamento della tiroide.

Quali sono le principali tecniche di fecondazione artificiale?

È bene sapere che non esiste un’unica tecnica di fecondazione assistita ma almeno tre: quelle più semplici prevedono il trattamento ormonale della donna al fine di stimolare la produzione ovarica (che avviene solitamente nei 3 o 6 mesi prima del concepimento) e il potenziamento degli spermatozoi per facilitare la fecondazione che avviene attraverso il rapporto sessuale.

Se in questo modo il concepimento non avviene, si procede poi all’inserimento manuale degli spermatozoi utilizzando un catetere collegato alla cervice. In taluni casi, l’inseminazione vera e propria è preceduta da interventi di tipo chirurgico che servono a risolvere problemi tali da interferire con l’annidamento dell’ovulo, come la presenza di fibromi o miopi, l’endometriosi e la chiusura parziale o totale delle tube.

Questi interventi possono essere fatti sia in laparotomia che in laparoscopia : le donne con endometriosi hanno ad esempio un 40% di probabilità in più di rimanere incinta dopo un trattamento laparoscopico.

Le tecniche di secondo e terzo livello prevedono invece l’inseminazione in vitro utilizzando sia embrioni appena estratti o crio-conservati.

Ad oggi, le due tecniche di inseminazione omologa in provetta più comunemente utilizzate sono la Fivet e l’Icsi che si distinguono prima di tutto per il numero di spermatozoi impiegati e il loro posizionamento: con la Fivet vengono infatti iniettati centinaio di migliaia di gameti intorno ad ogni cellula uovo, mentre con l’Icsi ne viene messo solo uno direttamente dentro l’ovulo.

La fecondazione eterologa prevede invece un donatore esterno di spermatozoi od ovociti, a seconda che il problema sia legato ai gameti maschili o femminili. Nel caso ad esempio sia la donna ad essere sterile, si parla di ovodonazione e l’inseminazione dovrà avvenire per forza in vitro. Dato che in Italia non è possibile conservare e donare gli ovuli, l’ovodonazione è possibile solo utilizzando ovociti provenienti da paesi esteri.

Quanto costa le fecondazione assistita?

Così come variano le tecniche della fecondazione assistita, i costi sono molto variabili.

Effettuata ovviamente presso una struttura sanitaria pubblica o convenzionata, dove però i tempi di attesa possono essere anche piuttosto lunghi, i costi sono decisamente inferiori. invece, nel caso delle strutture private i prezzi variano a seconda sia del centro che del tipo di inseminazione utilizzato.

I listini per l’Icsi e la Fivet si aggirano intorno i 3.500/ 4.000 €, mentre nel caso di ovodonazione o donazione del seme bisogna aggiungere una cifra aggiuntiva che oscilla intorno i 3.000/ 3.500 €.

Bisogna però considerare anche le cure medicinali e ormonali che quasi sempre accompagnano la fecondazione.

Quali sono le conseguenze della fecondazione artificiale sul futuro padre?

Anche per l’uomo, come per la donna, il non riuscire a concepire un bambino naturalmente comporta disagio psichico, soprattutto quando l’infertilità dipende proprio dalla componente maschile.

Intraprendere dunque un percorso del genere può causare sentimenti contrastanti che vanno dall’imbarazzo alla vergogna e rifiuto.

Dal punto di vista fisico, invece, il coinvolgimento del futuro padre è sicuramente meno invasivo rispetto alla futura madre, anche se naturalmente dovrà effettuare prelievi del seme e sottoporsi ad un’anamnesi clinica completa.

Speriamo di avervi fornito qualche elemento in più per decidere con serenità. Se invece siete già propense non vi resta che assumere un atteggiamento positivo e iniziare a pensare al futuro, magari leggendo la nostra guida sulla gravidanza dove troverete per ogni settimana di gestazione i cambiamenti della mamma, del bimbo, lo stile di vita e gli esami da effettuare.

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