Schema Svezzamento: Quando e Come Iniziare a Introdurre la Prima Pappa 

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Schema Svezzamento Neonato

Lo sviluppo del neonato nel primo anno di vita include non solo l’acquisizione delle abilità motorie e del linguaggio, ma anche lo svezzamento, che comporta l’adozione di una serie di abitudini in fatto di alimentazione che costituiranno la base della sua nutrizione in futuro.

Per questo è molto importante che mamma, papà e tutti coloro che si occupano dell’alimentazione del bambino nei primi 12 mesi di vita seguano una schema (svezzamento incluso) dell’alimentazione adeguato.

Questo è volto sia a limitare lo sviluppo di intolleranze ed allergie, sia a non predisporre il bambino a problemi di salute anche gravi come l’obesità e il diabete.

Tuttavia il motivo principale per cui occorre utilizzare uno schema di svezzamento è legato alla necessità di assicurare al bambino un corretto sviluppo sia fisico che mentale.

Introdurre una dieta sana, che includa tutti i nutrienti nelle giuste dosi e quantità, assicura infatti a vostro figlio una crescita costante e un migliore stato di salute.

Vediamo dunque di seguito una serie di regole, suddivise in base alle varie fasi dello svezzamento, che ogni genitore dovrebbe sapere quando si accinge ad iniziare lo svezzamento del neonato (non prima quindi dei 5 o 6 mesi di vita del vostro bambino).

Tenete presente che le quantità indicate corrispondono a suggerimenti generali, quindi non preoccupatevi se il vostro piccolo mangia un po’ di più o un po’ di meno.

Inoltre, come potete notare, pur trattandosi di uno schema, non sono previste regole talmente ferree da impedirvi di eliminare, aggiungere o sostituire gli alimenti seguendo anche le preferenze del vostro bambino.

Segui la 4 fasi dello schema per lo svezzamento del neonato:

1. Fase iniziale dello svezzamento (orientativamente dai 4 ai 6 mesi)

Non c’è motivo di iniziare lo svezzamento a 4 mesi se il vostro bambino è allattato al seno, o segue un allattamento misto con formula, e la sua crescita è adeguata all’età.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (e così la maggior parte dei pediatri) raccomanda infatti di proseguire l’allattamento materno esclusivo almeno fino ai 6 mesi di età.

A tal proposito alcuni pediatri, anziché di svezzamento, tendono oggi a parlare di “alimentazione complementare del neonato”, per incentivare il mantenimento dell’allattamento materno anche dopo l’introduzione del cibo solido.

Una volta che invece il bambino avrà raggiunto i 5/ 6 mesi, per rendervi conto se è pronto ad iniziare lo svezzamento, dovrete osservare alcuni indizi fra cui:

  • Il bambino riesce a tenere la testa sollevata?
  • Riesce a deglutire correttamente il cibo solido?
  • E’ in grado di spostare la lingua per raccogliere i pezzi di cibo nella bocca?

Se la risposta è affermativa a tutte e tre le domande, allora il vostro bambino è pronto per essere finalmente svezzato.

Qualora invece non fosse così, non preoccupatevi di dover rimandare ancora di qualche settimana l’introduzione della prima pappa.

Ecco dunque una serie di regole da seguire per la prima fase dello schema di svezzamento del vostro bambino che vi aiuteranno a superare alcuni piccoli  ostacoli (ad esempio il rifiuto della nuova consistenza degli alimenti) e a far abituare gradualmente il neonato al cibo solido:

  • Iniziate lo svezzamento a 5 mesi introducendo come pasto principale della giornata un alimento semiliquido costituito da 4 o 5 cucchiai di latte materno o formula, in cui aggiungere un cucchiaio di farina di cereali (o in alternativa della frutta frullata);
  • Inizialmente, somministrate la prima pappa a base di latte e farina con il biberon, in modo da far abituare il bambino al nuovo sapore del cibo senza modificare la modalità di assunzione finora utilizzata (vale a dire la suzione dal seno o da una tettarella artificiale);
  • Dopo una settimana circa, aumentare la dose di farina di cereali (o la purea di frutta) da 1 a 2 cucchiai per passare ad una consistenza più solida che vi consenta di somministrare il cibo con un cucchiaino;
  • Una volta che il neonato avrà preso confidenza con la nuova consistenza, sostituite il latte con il brodo vegetale preparato con verdure fresche di stagione e acqua senza aggiunta di additivi (sale, dado): proprio come il latte, il brodo dovrà servire per stemperare la farina e rendere più liquida la pappa.

2. Seconda fase dello svezzamento ( 6 mesi – 8 mesi)

In questa fase dovrete iniziare ad introdurre nuovi alimenti nello schema di svezzamento del bambino, fino ad includere tutti i nutrienti: carboidrati, grassi, proteine, minerali e vitamine.

Introducete i nuovi cibi uno alla volta, attendendo anche 2 o 3 giorni fra un alimento e un altro, per escludere la presenza di reazioni avverse.

In questa fase il pediatra vi consiglierà di aggiungere alla pappa del bambino i seguenti alimenti:

  • Un cucchiaino di olio extra vergine di oliva;
  • Da 2 a 3 cucchiai di purea di verdura ottenuta frullando le verdure utilizzate per la preparazione del brodo vegetale (inizialmente solo carote, patate, zucchine in seguito anche altri tipi di ortaggi cotti purché di stagione);
  • Mezzo vasetto di carne liofilizzata o di omogeneizzato di carne (oppure 2 cucchiai di carne di pollo, tacchino o manzo frullata qualora ricorriate ad omogeneizzati fatti in casa);
  • Se non l’avete già fatto, potrete iniziare ad introdurre a fine pasto la frutta frullata, scegliendo fra mele, pere, banane e in seguito anche altri tipi di frutta come avocado, pesche, albicocche, susine e così via;
  • Alcuni pediatri fanno iniziare la somministrazione dello yogurt per lo svezzamento a 6 mesi: questo è possibile a patto di scegliere qualità prive di zucchero, coloranti, conservanti ed altri additivi;
  • Da ultimo, se il bambino non ha manifestato intolleranze, potrete introdurre anche i legumi (fagioli, ceci, lenticchie) ridotti in fine purea da aggiungere alla pappa in sostituzione della carne.

3. Terza fase dello svezzamento (dagli 8 ai 10 mesi)

Una volta arrivato ad 8 mesi, il neonato sarà probabilmente in grado di:

  • Prendere oggetti con il pollice e l’indice (presa a tenaglia);
  • Trasferire un piccolo oggetto da una mano all’altra;
  • Portarsi le mani (e gli oggetti in essa contenuti) vicino alla bocca;
  • Spostare il cibo da una parte all’altra della bocca con la lingua;
  • Muovere la mascella in movimento di masticazione (in presenza o meno di denti).

Questi progressi segnano dunque il passaggio ad una nuova fase dello svezzamento, in cui il bambino deve essere invitato ad afferrare piccoli pezzi di cibo solido e a portarseli alla bocca.

Il pasto principale sarà ancora costituito da una pappa di brodo vegetale e farina di cereali, a cui aggiungere:

  • Una porzione corrispondente a 4 o 5 cucchiai di cibo proteico (carni bianche e rosse, pesce opportunamente privato delle lische o formaggio morbido tipo crescenza o ricotta) oppure in alternativa di legumi;
  • 3 o 4 cucchiai di purea di verdure cotte (carote, zucchine, patate, fagiolini, spinaci, bietola, zucchina e tutti gli altri ortaggi di stagione, pomodoro escluso);
  • Un cucchiaino di olio extra vergine;
  • Frutta grattugiata o omogeneizzato di frutta.

La differenza principale, rispetto alle due fasi precedenti, è che si potrà iniziare a somministrare il cibo a piccoli pezzi,  carne, verdura e cereali compresi.

4. Quarta fase dello svezzamento (da 10 a 12 mesi)

In questa fase il neonato avrà probabilmente già sviluppato la capacità di muovere la lingua dentro la bocca per facilitare il passaggio del cibo.

E’ inoltre probabile che sia dotato di alcuni denti (di solito nella parte anteriore) con cui poter spezzare e masticare il cibo.

Verso i 10 mesi i bambini sono anche in grado di tenere in mano un cucchiaio, anche se è probabile che ci vorranno ancora un mese o due per imparare ad usarlo correttamente per portarsi il cibo alla bocca.

Per quanto riguarda gli alimenti, arrivato a 10 mesi non ci saranno particolari restrizioni se non per i cibi allergizzanti come le arachidi, i funghi, i crostacei e il latte vaccino (quest’ultimo infatti non può essere utilizzato prima dei 12 mesi). E’ in questa fase che di solito vengono introdotti anche la carne di maiale e l’uovo ben cotto (inizialmente il solo tuorlo, più digeribile).

Molti pediatri consigliano anche alle mamme di passare dalle farine alla pastina vera e propria, scegliendo i formati più piccoli: così facendo incoraggerete anche la masticazione.

Inoltre in questa fase dello schema di svezzamento, se già non è stato fatto nella fase precedente, sarà introdotto un secondo pasto a base di cibi solidi corrispondente a quello serale.

Per la cena del bambino utilizzerete gli stessi alimenti previsti per il pranzo, ma cercando di variare il più possibile fra carne, pesce e formaggi, allo scopo di includere il maggior numero di nutrienti possibile.

Se avete tempo, fate una ricerca su internet delle migliori ricette per lo svezzamento e salvatele su di un file: in mancanza di fantasia vi potranno essere utili!

Anche le dosi di carne, frutta, verdura e cereali inizieranno ad aumentare (all’incirca un cucchiaio in più rispetto alla fase precedente) ma molto dipende dall’appetito del bambino.

Se dopo il pasto vostro figlio dovesse chiedere ancora cibo, è probabile che le dosi debbano essere incrementate; al contrario, se il bambino lascia un terzo o metà del cibo nel piatto, è del tutto inutile fare modifiche.

Come regola per una sana alimentazione, evitate di porgere al bambino cibo solido fuori dai pasti e limitate il consumo di dolciumi (compresi i biscotti) perché questo potrebbe interferire con i pasti principali.

Dovrete invece continuare ad offrirli il seno o il biberon per soddisfare la richiesta di latte materno o formula.

Sfruttate infine la naturale curiosità dei bambini verso ciò che non conoscono: pur non sapendo usare le posate, fategli usare tranquillamente il cucchiaio e, se ha sviluppato bene la presa a tenaglia, anche la tazza o il bicchiere.

Anche se inizialmente è molto facile che il neonato di 10 o 11 mesi faccia cadere il cibo o la bevanda contenuta nella tazza sul seggiolone o per terra, col tempo i suoi movimenti diventeranno più coordinati e comincerete a notare una maggiore indipendenza.

Evitate comunque di lasciarlo solo vicino al cibo per ridurre il rischio di soffocamento: nel caso un boccone dovesse andargli di traverso, incoraggiatelo a bere qualcosa o spronatelo a fare un colpo di tosse (nei casi più gravi, si potrà ricorrere alla specifica manovra anti- soffocamento in età pediatrica).

Introdurre una buona alimentazione fin dalla prima infanzia è senza dubbio il metodo migliore per evitare al bambino problemi di salute futuri.

Inoltre, incentivandolo a mangiare da solo e a scegliere sempre alimenti salutari, favorirete la sua indipendenza e lo accompagnerete in modo corretto verso l’età adulta.

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