Come Scegliere gli Omogeneizzati, come Prepararli e Conservarli

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Omogeneizzati Mellin

Ogni mamma, al momento di iniziare lo svezzamento, è presa da un’altalena di sentimenti che vanno dalla gioia estrema al massimo dello sconforto. Da una parte, infatti, vi sentirete felici del fatto che vostro figlio sta crescendo e che ora non dovrete più allattarlo con la stessa frequenza di prima, dall’ altra vi sentirete piene di dubbi circa quali alimenti dare al vostro bambino.

Facendo un giro fra gli scaffali di alimenti per l’infanzia di un supermercato, vi renderete subito conto di quanto la scelta sia varia e questo potrebbe rendere ancora più difficile la scelta.

Conterete almeno una decina di marche di omogeneizzato, sia a base di frutta che di carne, formaggi o pesce, e spesso vi sentirete indecise su quale acquistare.

Molte madri, in questo caso, preferiscono farsi consigliare dal pediatra, oppure seguono il consiglio di qualche amica.

In realtà, la prima cosa da dire è che tutte le marche di omogeneizzato in commercio sono sottoposte a talmente tanti controlli di qualità che è davvero difficile trovarne una che abbia dei difetti, almeno per quanto riguarda il contenuto.

Tuttavia, al fine di guidarvi nella scelta dei migliori alimenti da dare al vostro bambino, ci sono anche altre considerazioni da fare, che riguardano, ad esempio, il packaging, o confezionamento dei vasetti, e il costo.

Iniziamo subito!

Omogeneizzati: quali scegliere?

Molti alimenti per l’infanzia sono etichettati a seconda dello stadio di sviluppo del bambino; ci sono, pertanto:

  1. gli alimenti della “fase 1”, che corrispondo ai primi cibi solidi o semi solidi da dare al neonato nelle prime settimane dello svezzamento come prima pappa (in questo gruppo troviamo: gli omogeneizzati di carne e frutta per neonato, la carne liofilizzata, le pappe pronte Mellin, le farine di riso, mais e tapioca ed altri cereali);
  2. gli alimenti della “fase 2”, in cui troviamo gli omogeneizzati di carne e pesce da dare al bambino non appena avrà superato la fase iniziale dello svezzamento;
  3. gli alimenti della “fase 3”, corrispondenti agli ultimi cibi solidi che saranno inseriti nella dieta del neonato come il formaggino fuso, l’omogeneizzato di prosciutto di maiale e altri alimenti dalla consistenza più solida, come ad esempio le pastine di un formato più grande e i biscotti.

In generale, quindi, prima di acquistare un prodotto per neonati, dovrete sempre accertarvi per quale fase dello svezzamento sia consigliato e se dunque possa andare bene per il vostro bambino.

Ma queste non sono le uniche considerazioni da fare riguardo il packaging. Innanzitutto, nel leggere l’etichetta, controllate sempre che nella lista degli ingredienti non siano presenti elementi allergizzanti come, ad esempio, il glutine (questo è molto raro negli omogeneizzati e nelle farine della “fase 1”, ma può capitare nel caso di alimenti per neonati delle due fasi successive).

Controllate poi sempre la data di scadenza e che il vasetto o la scatola siano intatti, con il tappo ben chiuso e leggermente rientrato a garanzia del sottovuoto.

Evitate, inoltre, di comprare omogeneizzati o altri alimenti dove sia specificata l’aggiunta di sale, zuccheri o altri additivi, di cui il bambino non ha bisogno.

Un altro fattore, infine, da prendere in considerazione è il prezzo: come nella maggior parte degli articoli per l’infanzia, le marche più prestigiose, come Plasmon o Mellin, hanno di solito un prezzo più elevato, ma è facile trovare delle offerte.

Altre marche meno note, o le marche di prodotti per l’infanzia del supermercato presso cui siete abituate a fare la spesa (Coop, Auchan, Conad, e così via) possono costare di meno e darvi le stesse garanzie di qualità dei precedenti.

Tanto per fare un paragone, al momento, nella grande distribuzione, una confezione di due omogeneizzati Plasmon alla carne di pollo o tacchino costa circa 3,20 euro, una di omogeneizzati Mellin 2,99 euro, mentre una a della linea Coop Crescendo con due vasetti da 80 gr ciascuno costa circa 1,99, mantenendo le stesse caratteristiche di affidabilità e qualità del prodotto (e senza l’aggiunta di sale).

Il consiglio, in questo caso, è di usare il buon senso: se trovate delle buone offerte al supermercato, in farmacia o anitaria su omogeneizzati e altri prodotti per l’infanzia delle marche più note, cogliete l’occasione per fare una bella scorta.

Al contrario, in assenza di offerte, potete provare tranquillamente a comprare marche più economiche, anche al fine di far abituare il bambino a nuovi sapori e nuove consistenze.

Alternative agli omogeneizzati tradizionali: gli omogeneizzati biologici e quelli “fai da te”

Molti genitori preferiscono dare ai loro bambini solo alimenti di derivazione biologica, nonostante il costo più elevato, perché vogliono essere certi che i cibi che danno ai loro figli siano privi di pesticidi e di altre sostanze chimiche.

Si tratta, ovviamente, di una scelta condivisibile, ma deve essere presa con assoluta consapevolezza in quanto l’effetto sull’ economia domestica potrebbe farsi sentire.

Un buon compromesso potrebbe essere quello di acquistare omogeneizzati e prodotti biologici solo per la frutta e la verdura, che sono i cibi in cui, di solito, sono rinvenuti i più alti contenuti di pesticidi: mele, pere, pesche, prugne, carote, sedano, cipolle, zucchine, patate e così via.

Una linea biologica che offre ottime garanzie di qualità ad un prezzo abbordabile è quella degli omogeneizzati Hipp, disponibili sia nelle versioni carne che in quelle frutta e verdura (tuttavia, almeno nelle versioni carne e pesce è prevista l’aggiunta di sale, segnalato in etichetta).

Un modo alternativo per nutrire il vostro bambino senza usare gli omogeneizzati che si trovano in commercio consiste nel prepararli voi stessi.

Tenete però presente che il temine “omogeneizzato” fa riferimento al processo di omogeneizzazione, che è ben diverso ad esempio dal frullare o ridurre in poltiglia. Come si può facilmente intuire, omogeneizzare significa, innanzitutto, “rendere omogeneo”, dunque un prodotto omogeneizzato sarà ridotto in tante parti molto piccole tutte uguali.

Prendiamo, ad esempio, il latte omogeneizzato, che corrisponde al latte pastorizzato che beviamo ogni giorno: in questo caso, il termine “omogeneizzato” fa riferimento al fatto che le particelle di grasso siano sottoposte ad un trattamento fisico che le rende tutte uguali al fine di rendere l’alimento più digeribile.

Per quanto riguarda gli alimenti per il neonato, quindi, quando si fa riferimento ad omogeneizzazione, ci si riferisce a qualcosa di ben preciso, che si può ottenere con degli strumenti idonei, vale a dire i così detti “baby pappa” o omogeneizzatore.

Per quanto riguarda, ad esempio, la frutta, il processo è molto semplice: dopo aver lavato e asciugato bene la mela, la pera, la prugna o la banana che volete dare al vostro bambino, sbucciatela, eliminate il torsolo ed i semi, e mettetela nel vostro apparecchio omogeneizzatore.

In alternativa, potete usare una grattugia di vetro o plastica, facendo in modo che la purea sia piuttosto omogenea, perché eventuali pezzi più grandi potrebbero andare di traverso al vostro bambino.

Dopodiché, soprattutto se il vostro bambino è ai primi passi con lo svezzamento, allungate la frutta omogeneizzata con un po’ di latte materno o formula, conferendogli così una consistenza più liquida.

Se non avete l’omogeneizzatore, oppure la grattugia, potete provare con un semplice frullatore, ma in questo caso dovete far posare un po’ la vostra frutta per far sì che perda tutta l’aria incorporata, che potrebbe causare coliche al bambino.

Ricordate, naturalmente, che sia la frutta che tutti gli altri alimenti “fai da te” dovranno essere consumati subito trattandosi di alimenti freschi privi di conservanti.

Regolatevi allo stesso modo anche per quanto riguarda la carne, il pesce, i legumi e la verdura, anche se, in questi casi, oltre ad usare un omogeneizzatore per ridurre in una poltiglia abbastanza liquida ed omogenea il vostro alimento, dovrete prima cuocerlo in acqua, o al vapore, per il tempo necessario, eliminando grasso, lische ed eventuali altre parti non edibili.

Evitate sempre e comunque di aggiungere sale, olio, zucchero e altri additivi.

Alcune mamme, per preparare omogeneizzati fai da te al loro bambino, trovano utile usare il Bimby, un robot da cucina nato proprio per preparare le pappe dei bambini e che consente anche molti altri usi in cucina.

Realizzare, ad esempio, un omogeneizzato di carne con il Bimby è davvero molto semplice: prima dovrete tritare la carne già sgrassata con l’attrezzo in dotazione, poi trasferire la carne macinata nel cestello e cuocerla direttamente nel boccale aggiungendo l’acqua necessaria per circa 45 minuti, ad una temperatura di 100 gradi, mescolando di tanto in tanto per far cuocere tutta la carne in maniera uniforme. Alla fine la carne sarà omogeneizzata con l’omogeneizzatore apposito insieme al liquido di cottura.

Tenete, però, presente che usando il Bimby sarà necessario preparare più porzioni di omogeneizzato, parte delle quali dovranno essere conservate in vasetti sottovuoto e messe nel freezer fino al momento di essere consumate.

Modalità di conservazione e utilizzo dei vasetti di omogeneizzato

Su tutti i vasetti di omogeneizzato prodotto industrialmente sono riportati i tempi di durata del prodotto dopo la prima apertura.

In generale, comunque, la maggior parte degli omogeneizzati si carne, pesce e formaggio, una volta aperti, dovrebbero stare in frigo per non più di 24 ore, mentre quelli di frutta e verdura non più di 48 ore.

Per quanto riguarda i vasetti fai da te, come abbiamo visto si possono anche congelare e consumare nel giro di un mese o due.

Ricordate, comunque, che i contenitori dove riporre i vostri omogeneizzati casalinghi dovranno essere sempre lavati e sterilizzati in acqua bollente prima dell’uso.

Utile, in tal caso, la macchina per creare il sottovuoto, che può servire a chiudere correttamente i vostri vasetti.

E se avete difficoltà a ricordare quando un alimento è stato aperto o realizzato, al fine di non dare al bambino un prodotto avariato, prendete l’abitudine a scrivere la data di apertura o congelamento su un’etichetta che metterete sopra il tappo.

Se sapete, inoltre, di non dover consumare l’intero vasetto, evitate di mettere all’interno il cucchiaino con cui state imboccando il vostro bambino: anche nel caso di omogeneizzati di frutta e yogurt, è buona regola rovesciare sempre la parte che desiderate servire al vostro piccolo in una ciotola.

Non riutilizzate mai l’omogeneizzato rimasto nel piatto per un pasto successivo.

Infine, per quello che concerne il riscaldamento del vasetto di omogeneizzato, ormai la maggior parte delle mamme si avvale del microonde: questo metodo non ha, in effetti, niente di sbagliato, tuttavia talvolta alcune parti del prodotto potrebbero riscaldarsi più di altre, rischiando di ustionare il palato del bambino.

Il metodo migliore per riscaldare i vasetti consiste nel metterli a bagnomaria dentro un pentolino di acqua bollente per alcuni minuti.

Testate comunque sempre la temperatura del prodotto, che non dovrà essere né troppo calda né troppo fredda, anche se molto dipende dai gusti del bambino.

Scopri come gestire le prime pappe con il nostro schema dello svezzamento.

3 COMMENTI

  1. Anche il mio bambino è in fase di svezzamento e per lui sono sempre alla ricerca dei migliori omogeneizzati e in effetti ce ne sono davvero tanti sugli scaffali del supermercato, personalmente non sempre sono convinta della scelta fatta. Per tagliare la testa al toro ultimamente sto prendendo quelli biologici, ne ho provati un paio su sorgentenatura e Ale sembra che li gradisca. Non so, ma i prodotti bio per il momento mi fanno sentire più tranquilla.

    • Certo la scelta del prodotto biologico da maggiore sicurezza anche a me. Ho utilizzato molto come marche Alce Nero e Hipp che si trovano tranquillamente anche al supermercato

  2. 1,99€ i Plasmon, e c’è gente che si fa problemi, quando per la scatoletta di carne per il cane ne spendono anche di più .
    A mio parere bisogna usare la logica.
    Perché c’è da considerare il vuoto di vetro, e il guadagno della ditta che li produce, e il supermercato.
    Io compro solo quelli dell’alce nero, e quando va male hipp.
    Ma solo se non ho il tempo di prepararli in casa.
    Piuttosto prendo un caffè in meno al bar e qualche altra piccola rinuncia.

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